Duetto
Hendrick Ter Bruggen (1588-1629)
Duetto, 1629
Olio su tela, 90 x 127 cm, inv. 2334
Roma, Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini
Ter Brugghen fu figura di spicco tra i cosiddetti “Caravaggisti di Utrecht”, pittori olandesi fortemente influenzati dalla maniera innovativa di Caravaggio. Egli soggiornò a più riprese in Italia, a Napoli e a Roma, in particolare, dove ebbe modo di confrontarsi direttamente con il naturalismo dello stile di Caravaggio e dei suoi seguaci. Molte delle sue composizioni sono dedicate ai temi musicali, trattati con accenti spiccatamente realistici e brillanti. Il Duetto della Galleria Nazionale, scoperto per caso dallo studioso tedesco Wolfgang Stechow nel 1928, è una tipica invenzione di questo genere, tra le più riuscite per equilibrio e finezza d’esecuzione, firmata e datata 1629, anno della morte del pittore.
Come spesso succede nella pittura di Ter Brugghen e degli altri caravaggisti olandesi, il motivo del concerto si carica di molteplici valenze semantiche. La coppia non ha ancora cominciato a suonare: il violinista sembra invitare esplicitamente la donna ad accompagnarlo con il suo strumento, un liuto a dieci cori, molto in uso nei primi decenni del XVII secolo, ed entrambi rivolgono lo sguardo all’esterno, come a cercare l’incoraggiamento degli spettatori. Le trasparenze del succinto abito della giovane e il perfetto incrocio delle braccia e delle mani lasciano intendere come il pittore voglia far qui “risuonare” nell’immagine un’allusiva eco erotica, sicché l’accordo degli strumenti e l’armonia musicale diventano metafora della voluptas che presiede alla musica “mondana”, secondo un simbolismo ben attestato nella cultura olandese, come testimoniano, tra l’altro, le varie raccolte emblematiche sul genere degli Enigmata sive Emblemata Amatoria (1624).
Testo di Michele Di Monte
Responsable Servizio Educativo SSPSAE-PMCR