Un ritratto del Direttore Artistico Robert McDuffie
Dai duetti con Berlusconi e Apicella alla creazione di un conservatorio accessibile a talenti di tutto il mondo. L’amicizia con il batterista dei Rem, Mike Mills e l’Emmy vinto insieme. Le lacrime, il basket, il concerto che a 14 anni gli ha cambiato la vita, l’innamoramento per Roma e l’avvio del Festival da Camera unico in città. Fino a quel violino, il “suo” Guarnieri del Gesù, di quasi 300 anni. Tutto questo e’ Mcduffie, il grande Maestro si racconta.
“Quella volta che Berlusconi premier divenne il mio migliore amico… Per 48 ore”, ci scherza su, il Maestro Robert McDuffie, a pochi giorni dal sipario del suo Festival. Già, perché il Rome chambre Music Festival per lui “E’ come un figlio di 22 anni, nato dal mio amore per questa città, eternamente nel mio cuore”.
E da quel lontano 2003, anno di residenza artistica dell’acclamato violinista McDuffie all’Accademia americana di Roma, di avventure, sogni, delusioni e successi, tanti ne sono passati. “Il più bizzarro? Ricevere chiamate speciali dal presidente del Consiglio che per due giorni mi continuava a dire: ‘McDuffie, devi andare in televisione, al Maurizio Costanzo show, devi aumentare la tua popolarità, hai capito?’ E io ci andai, che dovevo fare? A chiedermelo era il presidente del Consiglio! Una volta suonai anche con Apicella, per una delegazione internazionale, e il Presidente cantava”.
Ma la grande soddisfazione per McDuffie arriva quando riesce a trasformare il Rome chambre Music Festival in un incubatore di giovani talenti provenienti da tutto il mondo, che accanto a affermati artisti, portano un programma musicale unico nel suo genere, in Festival che sin dalla sua prima edizione, all’oratorio del Gonfalone, si è rivelato un appuntamento unico nel suo genere, capace di rinnovarsi ogni anno riscoprendo opere difficilmente proposte ed eseguito in pubblico. Come in questa edizione del Festival dove con Vox Medicea, il celebre Coro di musica rinascimentale diretto da Mark Spyropoulos, la performance di musica sacra includerà, tra le altre, rare e dimenticate opere musicali, rivenute alla luce dopo quasi mezzo millennio, grazie alla ricerca del Sacred Music Programme della Fondazione Mascarade Opera.
“Un doppio ritorno per me”, racconta McDuffie, innamorato della Città eterna sin dal primo giorno di quel lontano 2003 quando, quasi per caso, maturò una residenza artistica all’Accademia americana al Gianicolo. “Il Festival torna infatti all’Auditorium della Conciliazione, sala dove nel 1994 mi esibii per la prima volta a Roma, e debutteremo proprio con il ‘Trillo del diavolo’ di Giuseppe Tartini, il brano che cambiò la mia vita quando lo ascoltai a 14 anni, eseguito dall’immenso Itzhak Perlman. Al tempo suonavo il violino già da otto anni e giocavo a basket. Una sera i miei genitori mi costrinsero ad andare a quel concerto invece che a una partita. Piangevo di rabbia. Ma nel preciso istante in cui Perlman iniziò a suonare, realizzai che la musica e il violino avrebbero accompagnato per sempre ogni mia giornata. Forse senza Tartini e Perlman sarei diventato un famoso giocatore di basket!”, scherza il Direttore artistico, ripercorrendo quegli anni.
Sacro e profano, classico e rock: così si potrebbe definire il Maestro che Oltre ad essersi esibito come solista con le orchestre più prestigiose del mondo in cinque continenti, ha condiviso il palco con musicisti eclettici come il bassista dei R.E.M. Mike Mills e il pianista dei Rolling Stones Chuck Leavell e proprio per “A Night of Georgia Music” nel 2003 ha ricevuto un Emmy Award conMills, Leavell, la rock band e l’ensemble del McDuffie Center for Strings. Già, perché McDuffie nel frattempo è riuscito a fondare anche un conservatorio nella sua città natale, a Macon, in Georgia.
“Ai miei studenti, 27 giovani finanziati con borse di studio per un conservatorio di quattro anni alla Meercer University, insegno che suonare è importantissimo ma devono anche saper fare business, essere imprenditori di loro stessi, saper avviare un progetto a partire da finanziamenti, contabilità e piani bilancio. Oggi queste competenze sono imprescindibili per un giovane musicista che vuole vivere della propria arte. I ragazzi e ragazze provienienti da tutto il mondo che approdano al mio conservatorio almeno una volta nei quattro anni di studi verranno a Roma al Festival ad esibirsi: offro loro un’esperienza unica, un confronto con maestri di fama internazionali e altri giovani di ogni cultura e tradizione”.
“Perché proprio Roma come casa del Festival?”, riflette McDuffie, “Non so, vibrazioni, connessione, bellezza: un amore a prima vista. I tre luoghi che animano i miei sogni quando chiudo gli occhi? Piazza Navona alle due di notte, quando sono solo e l’unico rumore è lo scrosciare dell’acqua dalle fontane monumentali; il Campidoglio – e il ricordo di mia madre, superba organista – che davanti al capolavoro michelangiolesco mi chiese solo ‘Ma non vedo molti cattolici in giro’…; e poi voglio includere il quartiere Trastevere, perché lo conosco poco ed è dunque ancora in grado di accendere la mia fantasia”.
Lo strumento che da 30 anni accompagna le sue esibizioni non poteva essere da meno: un Guarnieri del Gesù, classe 1735, noto come il “Ladenburg”, dal valore di qualche milione di euro. “Per acquistarlo sono riuscito a mettere insieme una cordata di 16 filantropi che ne detengono una quota, tra loro c’è anche il mio amico di una vita Mike (Mills, bassista dei R.E.M., NdA). Nel 2028 smetterò di suonarlo, avrò 70 anni ed è giusto che il mio compagno di tante avventure passi nelle mani di un nuovo artista”.
Progetti per il futuro? “Una residenza nell’ottobre 2025 alle Suntory e Sumida Triphony Halls di Tokyo con l’iconico compositore e direttore Joe Hisaishi, eseguendo The American Four Seasons di Glass, e l’esecuzione del Concerto per violino n. 1 di Philip Glass, in onore del suo 90° compleanno alla Philharmonie de Paris, all’Auditorium di Milano nel 2026 e al Carnegie Hall, nel gennaio 2027.
